giovedì 26 marzo 2020

La ragazza dei lupi di Katherine Rundell

Buongiorno cari Lettori!
Oggi torniamo con la recensione di un libro per ragazzi su cui avevamo posto molte speranze, anche perché ha vinto il premio Andersen nel 2017, che purtroppo sono state disattese.
Vengono narrate le vicende di Feo (diminutivo di Feodora), una ragazzina che vive nella Russia incontaminata di inizio '900 con sua mamma. E' un lavoro un po' particolare il loro perché sono delle soffialupi: difficili da riconoscere, visti da fuori sembrano persone normali. Ci sono dei piccoli indizi: magari gli manca un pezzo di dito, il lobo di un orecchio o due dita dei piedi. Un soffialupi è il contrario di un domatore: accoglie un lupo cresciuto in cattività e gli insegna a vivere di nuovo tra i boschi, a ululare, a sentire di nuovo "il richiamo della foresta". Non tutti però amano i lupi e tra questi spicca il generale Rakov: al culmine del suo odio, il generale incendia la casa costringendo Feo, sua mamma e un loro nuovo amico a scappare nella steppa. Sfortunatamente la madre viene catturata e comincia qui l'avventura della ragazzina per riuscire a liberarla e riportarla a casa.
Le premesse per una storia con i fiocchi ci sono tutte, l'ambientazione innevata, la protagonista che trascorre il suo tempo con i lupi, le tradizioni rustiche della Russia. I lupi ci hanno sempre affascinato e non potevamo quindi far altro che rimanere incantate da questo inizio. I problemi sono arrivati più tardi: la storia si è dispiegata in modo banale, a tratti surreale (i pieni scalzi durante una tormenta di neve in Russia ci hanno fatto arrivare le sopracciglia all'attaccatura dei capelli) e sicuramente, per come si è comportata la protagonista, non abbiamo ritrovato quel carattere di formazione tanto decantato. Un punto a favore sono le meravigliose immagini che accompagnano la storia e, come già detto, l'ambientazione.
Non possiamo dirci totalmente insoddisfatte ma sicuramente c'è rimasto un po' di amaro in bocca, soprattutto se compariamo questo romanzo ad altri di formazione come "L'anno in cui imparai a raccontare storie".

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