giovedì 26 marzo 2020

La ragazza dei lupi di Katherine Rundell

Buongiorno cari Lettori!
Oggi torniamo con la recensione di un libro per ragazzi su cui avevamo posto molte speranze, anche perché ha vinto il premio Andersen nel 2017, che purtroppo sono state disattese.
Vengono narrate le vicende di Feo (diminutivo di Feodora), una ragazzina che vive nella Russia incontaminata di inizio '900 con sua mamma. E' un lavoro un po' particolare il loro perché sono delle soffialupi: difficili da riconoscere, visti da fuori sembrano persone normali. Ci sono dei piccoli indizi: magari gli manca un pezzo di dito, il lobo di un orecchio o due dita dei piedi. Un soffialupi è il contrario di un domatore: accoglie un lupo cresciuto in cattività e gli insegna a vivere di nuovo tra i boschi, a ululare, a sentire di nuovo "il richiamo della foresta". Non tutti però amano i lupi e tra questi spicca il generale Rakov: al culmine del suo odio, il generale incendia la casa costringendo Feo, sua mamma e un loro nuovo amico a scappare nella steppa. Sfortunatamente la madre viene catturata e comincia qui l'avventura della ragazzina per riuscire a liberarla e riportarla a casa.
Le premesse per una storia con i fiocchi ci sono tutte, l'ambientazione innevata, la protagonista che trascorre il suo tempo con i lupi, le tradizioni rustiche della Russia. I lupi ci hanno sempre affascinato e non potevamo quindi far altro che rimanere incantate da questo inizio. I problemi sono arrivati più tardi: la storia si è dispiegata in modo banale, a tratti surreale (i pieni scalzi durante una tormenta di neve in Russia ci hanno fatto arrivare le sopracciglia all'attaccatura dei capelli) e sicuramente, per come si è comportata la protagonista, non abbiamo ritrovato quel carattere di formazione tanto decantato. Un punto a favore sono le meravigliose immagini che accompagnano la storia e, come già detto, l'ambientazione.
Non possiamo dirci totalmente insoddisfatte ma sicuramente c'è rimasto un po' di amaro in bocca, soprattutto se compariamo questo romanzo ad altri di formazione come "L'anno in cui imparai a raccontare storie".

martedì 24 marzo 2020

Layla di Massimo Piccolo

Buongiorno cari Lettori! Oggi aggiungeremo una piccola perla alla nostra lista di autori emergenti che hanno saputo intrigarci con i loro romanzi.
La storia di Layla comincia con il suo trasferimento a Napoli la mattina in cui compie 17 anni. E' una ragazza silenziosa e introversa, riflessiva e a tratti un pochino paranoica. Si crea da subito un legame con lei, da sola e senza amici in una nuova città. Vive da sola con il padre che risulta fin dall'inizio una figura molto controversa, a tratti premuroso e a tratti violento; siamo rimaste con questo cruccio fino alla fine e poi si è finalmente spiegato tutto.
I primi giorni di scuola riesce a fare amicizia con Sara che la coinvolgerà nel suo gruppo di amici con Gabriel e Piso. Cominciano così a passare tranquillamente le giornate ma, lentamente, si insinuano dei cambiamenti all'interno del gruppo di amici; sono cambiamenti sottili, all'inizio non ci si fa quasi neanche caso, fino a quando ci si ritrova con il pensiero "ma da come mi ero immaginata Sara non avrei mai pensato sarebbe finita a fare una cosa del genere". Non si spiegano queste alterazioni dei personaggi e loro stessi non riescono a trovare un senso.
Sara comincia un'ossessiva ricerca della forma perfetta per poter finalmente avere un contratto come fashionblogger mentre Gabriel, il ragazzo di Sara, studioso e fedele, viene inspiegabilmente attratto da una misteriosa ballerina e comincia a fantasticare su di lei e su chi potrebbe essere.
Alla storia di Layla si alterna quella della Sposa. Possiamo definirla una ricercatrice fatta e finita, con la pazienza e la minuziosità che la contraddistingue. E' una bella donna, gentile e accogliente che indaga fenomeni inspiegabili, si direbbero paranormali.
Non è chiaro fin da subito ma, una volta entrati nel pieno della storia, cominciano a vedersi dei parallelismi tra quello che viene narrato dalla Sposa, l'esposizione dei suoi casi più emblematici e delle sue regole, e quello che succede nella vita di Layla.
In un crescendo di eventi sempre più sinistri e inquietanti, si dipana la storia di queste due protagoniste fino alla rivelazione finale.
Abbiamo amato i protagonisti di questo romanzo e i termini dialettali anche se a volte, ammettiamo, siamo dovute andare a cercarne il significato. Lo stile è molto scorrevole e riesce a farti entrare nella storia anche se, forse, un'evoluzione più rapida delle vicende dei protagonisti sarebbe risultata più coinvolgente.

sabato 21 marzo 2020

Cerchi infiniti di Cees Nooteboom

E' nei luoghi di cui ignoravi perfino l'esistenza che finisci per essere più felice
Buonasera cari Lettori!
Oggi vi parliamo di un libro un po' particolare, come tutti quelli editi da Iperborea, d'altronde. "Cerchi infiniti" è una raccolta di resoconti di viaggi che l'autore ha fatto in Giappone in diversi periodi. Il primo viaggio risale al 1977 quando questa nazione era ancora sconosciuta ai più. Nooteboom ci ha trovato una città moderna, avanzata e caotica in contrapposizione con la calma e la spiritualità della campagna.

Ogni viaggio ha esplorato una diversa parte del Giappone, partendo appunto dalla città di Tokyo per poi passare alla campagna, al viaggio tra i templi, alle isole, al palazzo imperiale e alla città di Kyoto e Nara.
L'autore nel testo afferma che "certi viaggi hanno l'obiettivo segreto di estraniarti dalle tue origini, scardinarti l'esistenza: solo allora sei stato veramente via, così altrove da essere forse diventato un altro". Ed è proprio questa l'impressione che si riceve leggendo i suoi scritti: l'idea di una cultura talmente tanto diversa che per comprenderla a fondo bisogna dimenticare le proprie origini.

Tutti questi viaggi sono stati accompagnati da diversi libri che l'autore ritiene descrivano veramente la realtà della cultura giapponese. Alcuni autori citati sono stati: Kawabata, Mishima e Tanizaki. Due opere sono state però il cardine delle sue riflessioni e comparazioni: Note del guanciale di Sei Shonagon e Storia di Genji di Murasaki Shikibu, entrambi ambientati e scritti verso l'anno mille da due donne. Il primo è il diario di una poetessa e dama di compagnia dell'imperatrice del periodo Heian, il secondo viene considerato il primo romanzo della storia, anch'esso frutto della penna di una dama di compagnia dell'imperatrice. In questo modo, con uno stile scorrevole e ripercorrendo i luoghi in cui sono ambientati i due testi, l'autore passa continuamente dal passato al presente.
Nooteboom ci immerge così in un'esperienza della scoperta, della bellezza e del mistero che ancora oggi il Giappone rappresenta per tutto l'Occidente. Si chiede se davvero, alla fine, si può arrivare a conoscere realmente una cultura così lontana da noi.

giovedì 19 marzo 2020

Agnes Grey di Anne Brontë


Buonasera Lettori, oggi continuiamo sulla scia dei classici e vi parliamo di un libro leggermente meno conosciuto: Agnes Grey di Anne Brontë, la più giovane delle tre sorelle.
Dovete sapere che a fine dicembre, Chiara e Luca, il suo fidanzato, si sono concessi una breve vacanzina a Torino, hanno visitato il museo Egizio, quello del Rinascimento, hanno passato un'intera mattinata in compagnia di alcuni scoiattoli molto socievoli, hanno mangiato molto e bene e hanno passato tantissimo tempo in libreria😂. Si lo sanno, sono turisti un po' insoliti, ma a loro piace così. Coooomunque, questa vacanza ha partorito l'acquisto di ben 3 libri e uno era proprio Agnes Grey. 

Trama:
"Basato in larga misura su esperienze dell'autrice, "Agnes Grey" narra la vicenda di una giovane istitutrice che lascia la casa paterna spinta, più che dalla necessità economica, dal desiderio di conoscere il mondo e di dar prova di sé. Una figura che appare di sorprendente modernità nella sua piena consapevolezza, nella implacabile lucidità e nella penetrante ironia con cui osserva il mondo che la circonda. Animato da una semplice, umanissima storia d'amore, il romanzo ancora oggi colpisce per la sicura, armoniosa linearità della narrazione, per il perfetto equilibrio di una struttura in cui nulla - né un episodio, né una battuta di dialogo, né una descrizione - appare superfluo."

Non c'è molto da dire su questo romanzo, non è di certo la storia del secolo, ma è sicuramente una lettura piacevole. Agnes è una ragazza molto semplice e determinata, che per molti versi ricorda Jane Eyre, senza però quel velo di tristezza che sembra contraddistinguere Jane. La caratterizzazione dei personaggi non è quindi molto originale, ripercorre spesso i tratti tipici delle protagoniste femminili che si ritrovano in questo tipo di romanzi. Anche il finale non è d'effetto, piacevole ma non inaspettato, la sorte di Agnes infatti la si può intuire già da metà libro. 
Quello che davvero ci è piaciuto di questa storia è stato lo stile narrativo, fluido, scorrevole e a tratti anche frizzante. Chiara sostiene quasi di preferirlo a quello delle altre due sorelle. 
È una lettura che comunque ci sentiamo di consigliare, non aspettatevi però le stesse emozioni di Jane Eyre e di Cime Tempestose. 

lunedì 16 marzo 2020

Le Notti Bianche di F. Dostoevskij


Buonasera Lettori, oggi vogliamo parlarvi di un piccolo classico della letteratura russa, che ci ha affascinato, ma anche molto divertito.
Le Notti Bianche non è il nostro primo approccio a Dostoevskij, verso la fine dello scorso dicembre abbiamo tentato la lettura di Delitto e Castigo, che abbiamo però lasciato incompiuta, sicuramente, agli sgoccioli della sessione invernale, non era il periodo giusto per iniziare un mattonazzo russo, ma si sa, le idee di Chiara sono sempre le migliori 😂.
Con Le Notti Bianche tutto è filato meglio, complici certamente il numero esiguo di pagine, ma anche lo stile di scrittura che ci è parso molto più accessibile.
Ad ogni modo questo romanzo è una lettura incantevole, nella quale bisogna cullarsi almeno una volta nella vita. 

Trama:
"Un giovane sognatore, nella magia vagamente inquieta delle nordiche notti bianche, incontra una misteriosa fanciulla e vive la sua "educazione sentimentale", segnata da un brusco risveglio con conseguente ritorno alla realtà. Un Dostoevskij lirico, ispirato, comincia a riflettere sulle disillusioni dell'esistenza e dell'amore nell'ultima opera pubblicata prima dell'arresto e della deportazione, esperienze che modificheranno in maniera radicale e definitiva la sua concezione dell'uomo e dell'arte."

Addentrandosi nella lettura si viene catapultati in un mondo quasi surreale, a tratti assurdo, che però è estremamente incantevole e dolce, notte dopo notte i due personaggi si confidano l'un l'altro e il loro legame sembra diventare sempre più profondo. San Pietroburgo offre ai loro dialoghi e alle loro confessioni una cornice quasi fiabesca, che non farà altro che invogliarvi a fare le valige per immergervi completamente nel suo splendore. L'intesa tra i due protagonisti sembra aumentare pagina dopo pagina, i tormenti di lei paiono trovare conforto nel nostro Sognatore, il lettore non aspetta che il lieto fine.
ATTENZIONE SPOILER
Il lieto fine però viene presto cancellato in neanche mezza pagina di racconto... Dostoevskij è ufficialmente il Dio russo della friendzone😂... Dopo un finale del genere ci ha totalmente conquistate. 

giovedì 12 marzo 2020

La Spia di Richelieu di M. G. Sinclair


Buonasera Lettori, come procedono le vostre letture? Chiara ha scampato per un soffio il blocco del lettore rifugiandosi ne "Il Giardino d'estate", l'ultimo libro della sua amata trilogia de "Il cavaliere d'inverno". Ha passato una tranquilla settimana tra gioie e dolori, ma al termine della lettura il blocco si è ripresentato, anche perché continua a pensare alle vicende di Tania e Shura, in loop, coooontinuamente😂
Quindi amici lettori, per gentil cortesia, le consigliate qualcosa che possa un minimo reggere il confronto emotivo? Grazie!
Tutto questo preambolo per dire cosa? Niente! 🤣 ma qualche chiacchera non guasta mai.
Coooomunque senza perdere altro tempo, volevamo parlarvi di un romanzo che ci è stato inviato da La Corte Editore. 
La Spia di Richelieu è un romanzo storico che narra la vita di Sebastian de Morra, una persona molto coraggiosa. 

Trama:
"Francia, XVII Secolo. Nato in un villaggio estremamente povero, Sebastian Morra è un nano ed è costretto a crescere in un mondo che non gli appartiene. Ha un cervello sopraffino, eppure tutti si fermano solo al suo aspetto, deridendolo e trattandolo come un abominio. La sua vita sembra segnata, ma grazie alla sua intelligenza e alla sua caparbietà riesce ad arrivare fino a Parigi, per diventare un giullare alla corte reale. Qui conoscerà un mondo totalmente diverso da quello a cui era abituato, un mondo fatto di ricchezze ma anche di terribili intrighi e segreti. Con i nemici che avanzano da tutte le parti e la salute del Cardinale Richelieu compromessa, il regno di Luigi XIII sembra avere i giorni contati. In maniera del tutto inaspettata Sebastian entrerà nella cerchia degli uomini più fidati del Cardinale, scoprendo che potrebbe essere l'unico ad avere le abilità giuste per salvare la Francia dai suoi nemici più letali. Grazie alla sua astuzia e alla sua sfrontatezza riuscirà a dimostrare al mondo intero che, nonostante la sua statura, la sua grandezza è ineguagliabile."

La narrazione riesce a catturare il lettore fin dalle prime pagine, si crea sin da subito un legame empatico con Sebastian, le sue vicende addolorano il lettore che aspetta speranzoso il momento della rivincita, che non tarda ad arrivare. 
Sebastian è profondamente consapevole della sua condizione fisica e delle conseguenti difficoltà che essa porta, questo però non lo fa sprofondare nell'autocommiserazione, anzi, decide di potenziare le sue qualità, come il suo splendido intelletto. In questo ci ha ricordato molto Tyrion de "Il Trono di Spade", un personaggio che amiamo profondamente.
La storia veste toni cupi e misteriosi, gli intrighi sembrano non avrei mai fine, tutto ad un tratto sembra perduto, ma la speranza sarà l'ultima a morire! 
Per quasi tutta la lettura ci siamo immerse totalmente nell'avventura, estraniandoci dal mondo esterno, qualche momento di stallo c'è stato, ma la ripresa è stata rapida, tanto che nelle ultime cento pagine abbiamo avuto il cuore in gola per tutto il tempo. 
La narrazione è estremamente piacevole e il lettore non può che essere rapito da essa. 
Per un primo approccio al romanzo storico non potremmo consigliare libro migliore! 


martedì 10 marzo 2020

Loki di Mackenzi Lee


Buona sera cari Lettori! Oggi vi portiamo la recensione di Loki e, per essere subito chiari, no..non ci è piaciuto. A dispetto delle sfavillanti decantazioni che ruotano attorno a questa storia, noi non l'abbiamo trovata così esilarante.
Senza nulla togliere ad alcuni libri per ragazzi, questo ci è sembrato rientrare perfettamente nella categoria ma senza alcuna storia particolare da raccontare. Un romanzetto mediocre.
La storia comincia con Loki e Thor ancora ragazzini e già in competizione tra di loro per il trono: Thor è il tontolone a cui vanno le preferenze di tutti e Loki è quello timido, furbo e distaccato. Una sera Odino prevede un evento ai danni di Asgard attraverso uno specchio e Loki decide di indagare con Amora, la sua unica amica. Mentre stanno guardando nel fatidico specchio rivelatore, questo si rompe scatenando le ire di Odino che esilia su Midgard (alias la terra) Amora. Loki disperatissimo perde la sua unica amica e quasi grande amore.
Anni dopo ritroviamo i due fratelli ancora in semi-competizione, sempre con Thor in netto vantaggio. Combinano un altro casino (colpa di Thor) e questa volta è Loki ad essere allontano da Asgard con la pretesa di risolvere un mistero sulla terra. Finalmente un po' di azione! E invece no. Per altri capitoli Loki continua ad avere atteggiamenti contrastanti nei confronti degli umani che l'hanno accolto e non intende indagare. Verso metà libro si convince finalmente che le morti sono opera della magia...vuoi vedere che l'unica altra maga che Loki abbia mai conosciuto è coinvolta?!?
E infatti, rullo di tamburi, c'è Amora dietro tutti gli assassini. Ha scoperto che rubare l'anima alle persone è l'unico modo di mantenere la sua magia perché la terra, a differenza di Asgard, non ne possiede. Insieme a Loki escogita un piano per far sembrare tutto un incidente non intenzionale e scappare su un altro pianeta. Ovviamente si scopre che è tutto un sotterfugio per rubare a Loki delle pietre che amplificano il potere. Lui lo intuisce e non si lascia ingannare. Una volta sconfitta Amora, Loki in qualche modo torna su Asgard ma Odino non è comunque contento e gli comunica che il trono andrà a Thor. Dopo anni e anni a combattere contro tutto quello che gli altri pensavano di lui, a sovvertire i pregiudizi e le idee radicate, dopo aver trovato qualcuno sulla terra che lo giudica per quello che effettivamente è e non per le storie raccontate su di lui, cosa decide di fare Loki? Diventare lo stregone cattivo, il dio del caos e dell'inganno. Wtf?!
Non ci aspettavamo sicuramente che Loki diventasse il buono della situazione e soffiasse il trono a Thor, sappiamo che la storia non è questa. Avremmo preferito però che ci fosse un'evoluzione del personaggio, anche se destinato a diventare l'Ingannatore. Nel complesso una storia piatta e poco entusiasmante.

sabato 7 marzo 2020

Ritorno da te + ti fidi di me? di J. Armentrout



Cari Lettori, buonasera! Oramai non c’è neanche più bisogno di dirlo…primo sabato del mese! Questa volta non abbiamo una sola chicca ma due. Sì perché Ele, nonostante tutto il trash, aveva bisogno di sapere come sarebbe andata a finire la vicenda e quindi ha continuato la lettura. Come già avevamo affermato nella recensione precedente, si vede che l’Armentrout ha del talento, si plachino anche i fan più accaniti. Siamo oneste e diamo a Cesare quel che è di Cesare 😉

Molto bene, cominciamo. Avevamo lasciato la nostra audace protagonista con una verità piuttosto scomoda: il mezzosangue che il gran figo del libro cercava non era il professor Piton ma lei. Ovviamente. Dubbi atroci la sconvolgono fino a quando decide di rivelarlo a Ren perché lei lo aamah e deve dirgli la verità. Lui, super addestrato e parte dell’elite (assassini di fae super cazzuti), abbassa la guardia per la prima volta nella sua vita e viene catturato dal cattivo della situazione. Eccerrto. Vi ricordiamo che il Cattivo vuole “inseminare” la nostra eroina per generare il bambino dell’apocalisse. Questo povero pargolo, a quanto pare, sarebbe un paradosso vivente e per un motivo a noi sconosciuto un paradosso è in grado di aprire i portali tra i mondi per far riversare tutta la corte del principe crudele sulla terra e sterminarci. Da qui parte una serie di salvataggi a catena: lei giura su dei cuccioli di lama (poi cara Jennifer ci spieghi perchè i cuccioli di lama...) di ritrovarlo, si fa catturare, trova finalmente Ren nel castello del principe e lo rende libero promettendo al Cattivo l’accesso al suo centro del piacere. Ren, una volta tornato a casa, organizza una squadra di soccorso e torna per mettere a ferro e fuoco il palazzo. Scoprono che esistono dei fae buoni che li aiutano; scoprono che le reali dimensioni di Campanellino, il follettino, sono “anatomicamente giuste” (per l’Armentrout la giustizia anatomica è essere delle pertiche di due metri senza grasso…shame on us e sui nostri rotolini di ciccia da biscotti al cioccolato); scoprono che c’è una corte di fae buoni e si nascondono lì.
Fine del primo libro.

Tutti happy shalalala della vita nella corte dei fae buoni, cominciano ad annoiarsi e comunque il principe crudele è ancora in giro e vuoi non andare a cercarlo per ucciderlo definitivamente? Con l’aiuto del principe buono e della sua corte, partono. Lo trovano. Battaglia.

Piccolo flashback: vi ricordate di Campanellino? Il folletto che fungeva da animale domestico, anatomicamente giusto, con la fissa per i Troll pupazzo e un abbonamento ad Amazon Prime? Bene. Ci siamo sempre chieste cosa ci facesse con tutti quei pupazzi e il momento della verità giunge nei capitoli finali. Capitoli in cui noi. Siamo. Letteralmente. Morte.
Immaginate una stanza a ferro e fuoco, tutti sul punto di collassare, il principe crudele ha quasi vinto ed entra dalla porta un trolley che scivola leggiadro fino al centro della camera. Silenzio di suspance. Con un click la valigia si apre e tutti i Troll si riversano fuori. Vivi, cannibali e comandati da Campanellino che giocava a Frankenstein nella sua cameretta all’insaputa di tutti. Quindi, i temibili guerrieri che nessuno sapeva come battere, vengono morsicati a sangue da dei troll comandati da un folletto. Campanellino vincitore indiscusso.

Comunque, alla fine si scopre che il principe crudele in realtà è il fratello scomparso del principe buono e che era sotto l’incantesimo della regina cattiva. Lei lo usava come un burattino, lui non poteva opporsi ma si ricorda tutto. Lo chiameremo il principe tormentato. Nessuno ha più interesse ad ingravidare nessuno.
Fine del secondo libro.

La morale di tutto questo? Fatevi Amazon Prime, ordinate un libro di magia nera e uno sulla sterilizzazione chirurgica (avreste risolto tutto al primo capitolo).


venerdì 6 marzo 2020

Viola di notte di Ilaria Bianchi


Buongiorno cari Lettori! Oggi vi presentiamo un libro che è un po' fuori dai nostri canoni. Non siamo solite leggere romanzi introspettivi per due motivi: dopo ore passate a leggere di teorie psicoanalitiche non ne vogliamo sentirne più parlare, soprattutto nel nostro tempo libero; abbiamo avuto qualche esperienza negativa in cui la psicologia veniva strapazzata facendoci salire il Freud incazzoso.
Questo romanzo rientrava quindi tra quelli che avremmo evitato ma, grazie alla conversazione avuta con l'autrice, abbiamo fatto un passo indietro e gli abbiamo dato una possibilità. Non possiamo quindi che ringraziarla doppiamente per averci fatto leggere questa bellissima storia e averci fatto cambiare opinione, almeno in parte.

La storia comincia con Mattia che si allontana dal funerale di suo fratello, arriva in un parco giochi e trova un diario su una ruota panoramica. Il diario appartiene a Viola di notte e sembra che il suo scopo sia quello di attirare Mattia peggio di una calamita. Tutta la sua vita è cambiata dopo la morte del fratello e lui comincia a farsi domande su ogni aspetto della sua vita; tutto quello che considerava routine e abitudine comincia a essere messo in discussione. Mattia è stufo di essere il ragazzo perfetto, lo studente brillante e l'atleta promettente. Rimpiange di essersi concentrato troppo su se stesso e di non aver avuto tempo per conoscere meglio suo fratello.
Una sera, non potendo più sopportare tutti questi pensieri, comincia a leggere il diario di Viola e lei cambia totalmente il suo modo di vedere il mondo. Certo, prima di arrivare ad un cambiamento positivo la vita di Mattia verrà stravolta ancora di più ma è proprio questo l'aspetto principale di un'evoluzione.
A nostro parere potrebbe essere considerato un gran romanzo di formazione sul periodo tormentato dell'adolescenza. Attraverso il diario di Viola, Mattia non solo impara a conoscere posti speciali della sua città, posti che anche suo fratello conosceva, ma affronta anche un viaggio attraverso quelle che scopre essere le sue paure più profonde e le sue debolezze. E' un Mattia diverso quello che troviamo alla fine del libro, una persona maturata, consapevole di se stessa e questo cambiamento si riflette su tutti gli aspetti della sua vita: il rapporto con i genitori, le scelte scolastiche e l'amore.
Non possiamo far altro che consigliarlo, soprattutto a chi è in stretto contatto con adolescenti che hanno il bisogno di essere sentiti.

Ringraziamo ancora l'autrice e possiamo affermare che sei stata un po' la nostra Viola di notte.

giovedì 5 marzo 2020

Dreamscapers: l'Erede di Dario Orilio


Buonasera Lettori! Oggi vi parliamo di una lettura che rientra in un genere che da molto tempo non affrontavano: l'urban fantasy.
Questo genere letterario è una branca del fantasy e ha come oggetto il mondo magico sviluppato in un ambiente urbano.
Non è semplice scrivere questo tipo di storie, ma dobbiamo proprio dirlo, Dreamscapers è sicuramente degno di nota!
Per capire se questa storia possa fare o meno al caso vostro, vi lasciamo la trama:

"Cress ha diciassette anni e un miglior amico, Charlie. Entrambi orfani e desiderosi di rendersi indipendenti, scappano dalla loro tutrice. Ma tra le strade di New York si aggira un misterioso individuo in impermeabile e mascherina anti-smog, un essere dall'aspetto mostruoso e inumano, che rapisce Charlie. Cress è disposto a tutto pur di ritrovarlo. Erynni, una strega-telepate che vive in una casa a forma di gabbia di uccello, decide di aiutarlo, e di presentarlo agli altri inquilini: Jonsi, in cerca anche lui di una persona scomparsa, e Sakura, figlia di uno stregone giapponese, venuta in America per tenere fede a una vecchia promessa. Cress scopre di essere un dreamscaper, un viaggiatore delle dimensioni oniriche, e di essere in grado, in questo modo, di mettersi in contatto con Charlie. Alle loro spalle agiscono forze oscure: la casa farmaceutica PharmCo ha stretto un'alleanza con un gruppo di mostri per cercarlo; mentre il popolo delle fate, in seguito a un evento drammatico che ne ha segnato la sorte, vede in lui l'Erede, ultimo esemplare di una capricciosa stirpe aliena, che con la sola forza di volontà potrebbe influenzare il futuro di due mondi"

La narrazione si presenta a più voci, questo può non piacere ad alcuni, ma quando ci troviamo davanti ad una scelta narrativa di questo tipo noi siamo sempre felici, è proprio bello vedere come, pagina dopo pagina, i vari personaggi si incontrano e si incastrano. I puzzle che si compongono davanti ai nostri occhi hanno sempre un potere ipnotico su di noi. La lettura è estremamente piacevole, gli eventi si susseguono in modo incalzante e mai scontato, catturando il lettore in una storia appassionante, ma a tratti anche un po' ansiogena. Le vicende dei personaggi trattengono il lettore sul filo del rasoio, i sospiri di sollievo tardano ad arrivare... Questo è negativo? Ovviamente no lettori! Se non trovate un po' di brio in un Urban fantasy... Beh forse non stare leggendo proprio il top di gamma🤣. 
Se dovessimo trovare un difetto in questa storia faticheremmo a farlo, è completamente centrata nel suo genere e tutti gli elementi sono perfettamente calibrati. 
Ci ha vagamente ricordato “Questo Canto Selvaggio" di V. E. Schwab, nella versione migliorata però! Questa storia ha decisamente quel pizzico di sapidità in più.
Quindi amanti del genere, cosa aspettate? dovete assolutamente recuperare questo gioiellino!!! 

martedì 3 marzo 2020

Nevernight: mai dimenticare di Jay Kristoff



Buongiorno cari Lettori! Ebbene sì, anche noi ci siamo lasciate coinvolgere dalla corrente Kristoff e ci siamo immerse nei suoi libri.
Allora, piccola premessa prima di cominciare. Non siamo riuscite a staccarcene. Questa è la recensione solo del primo ma in realtà abbiamo già letto anche il secondo e, molto probabilmente, avremmo letto anche il terzo prima di riuscire a pubblicare! La storia principale è innovativa e ben architettata: la scuola di assassini e lei che cerca vendetta a tutti i costi. I colpi di scena poi non mancano sicuramente e alcuni ci hanno fatto arrivare la mandibola almeeno fino all’ombelico. Però. Ci sono parecchi elementi che lo rendono indegno di essere definito questo grande capolavoro dell’originalità. Fondamentalmente, TUTTI gli elementi che ruotano attorno al fulcro centrale e dovrebbero renderlo unico sono stati brutalmente scopiazzati da altri libri. Libri che, sfortunato il povero Jay, noi abbiamo letto.
Partiamo con la lista:
• la scuola all’interno della montagna? Magisterium 1, 2, 3, 4, e 5
• devono passare una selezione per diventare delle Lame altrimenti resterebbero delle Mani al servizio della Lame? Divergent
• pozioni non ve lo sto nemmeno a dire cosa ricorda
• nella biblioteca appaiono libri dimenticati? Mmm ricorda vagamente il cimitero dei libri dimenticati ne “L’ombra del vento”, con la differenza che nella biblioteca della scuola di Mia Corvere ci sono anche libri che non sono mai stati scritti
• vermi giganti che si nutrono di libri? Aspetta aspettaaa… la città dei libri sognanti di Walter Moers!
• e i tre soli nel cielo? Asimov in notturno
• è solo una nostra impressione o il finale ricorda vagamente i libri della Taylor?
• le note divertenti? Provate un po’ a leggere la digressione sventramitica ideata da Walter Moers, pardon.. da Ildefonso de’ Sventramitis, in Ensel e Krete
Tutti questi riferimenti ad altre storie scompaiono nel secondo e nel terzo volume ma questo avremo modo di indagarlo in modo più approfondito nelle successive rispettive recensioni. Rimane comunque una delle migliori trilogie fantasy lette fino a questo momento. Quindi, come noi, abbassate l’indice accusatorio e immergetevi nella lettura insieme a Messer Cortese che si è ritagliato un posto nei nostri cuori.