venerdì 28 agosto 2020

A tempo di Tango di Mario Abbati


Buonasera Lettori, si lo sappiamo la nostra latitanza sembra ormai interminabile, perché effettivamente lo è! Sappiamo di essere davvero poco costanti in questo periodo, ma pensiamo che le cose debbano venire naturali e ultimamente la scrittura ci risulta un po' pesante (sarà mica la tesi a sfinirci? NO, MA VA LA). Siamo fiduciose che questo periodo possa finire in fretta e di ripartire più cariche di prima.
Come ben sapete, collaboriamo ormai da diverso tempo e con piacere con la casa editrice Bookabook, che ringraziamo per la copia in omaggio e per la disponibilità che dimostra sempre con noi. Le proposte di questa casa editrice hanno sempre avuto un potere magnetico su di noi, ogni volta che ci veniva presentata la trama di un libro abbiamo sempre pensato che potesse fare sicuramente al caso nostro. Con "A tempo di Tango" non è andata proprio così, ci sembrava un po' troppo lontano dai nostri gusti letterari... Beh ci sbagliavamo, l'ufficio stampa ci ha visto davvero lungo.
"A tempo di Tango" è la storia di Toni, un maestro di Tango romano, passateci il termine, un po' sfigato, la sua scuola conta solo 5 allievi, è stato appena lasciato dalla sua compagna e in aggiunta, non è mai stato a Buenos Aires. Insomma le premesse sono un po' fantozziane, ma nel momento in cui acquisterà una insolita scatola di scacchi la sua vita si metterà in moto, tanto da portarlo fino in Argentina. Comincia così una danza dove il ritmo del Tango, del mistero e dei sotterfugi si intrecciano in un vortice che risucchierá il lettore in un mare di curiosità.
Nel romanzo si assiste alla costante crescita di Toni, che dimostra di avere un coraggio e una determinazione poco immaginabili nei primi capitoli della storia, a dimostrazione del fatto che essere tranquilli non significa essere meno svegli, semplicemente la troppa esuberanza non sempre paga e quindi bisogna saperla dosare a dovere. 
Le scettiche Ragazze della Giungla si sono assolutamente ricredute e promuovono questa lettura a pieni voti. 

martedì 11 agosto 2020

Gli scomparsi di Alessia Tripaldi


Buongiorno cari Lettori! Oggi vi portaimo la recensione di un libro gentilmente inviatoci dalla casa editrice Rizzoli che ringraziamo! Siamo di nuovo nel periodo thriller quindi questo romanzo entrava in pieno nelle nostre corde e i molti riferimenti a Cesare Lombroso sono stati per noi irresistibili. 

Vi lasciamo la trama prima di cominciare a sproloquiare su quello che ne pensiamo:

"Un cadavere mutilato emerge da un tumulo di sterpaglie. Un ragazzo scalzo e magro dice di chiamarsi Leone e che quello è il corpo di suo padre, con cui ha sempre vissuto nei boschi. Quale segreto si nasconde tra le montagne impenetrabili del centro Italia? La risposta spessa al commissario Lucia Pacinotti. -Un'altra sigaretta e poi vado- è la frase che ripete tra sè mentre è appostata in macchina cercando il coraggio di bussare alla porta del suo vecchio compagno di università, Marco Lombroso. Nonostante la frattura improvvisa che li ha separati anni prima, lui è l'unico che può aiutarla a dipanare il mistero del ragazzo dei baschi. Ciò che Lucia non sa è che bussando a quella porta costringerà Marco a riaprire il vecchio baule ereditato dal suo avo, Cesare Lombroso. Tra le pagine dell'atlante dei criminali, nei pattern che collegano i crimini più efferati della Storia, si cela la verità ma per trovarla è necessario addentrarsi nei fitti boschi delle montagne e in quelli ancora più intricati dell'ossessione per il male."

Come potevamo non essere attratte da una trama del genere? Sorpresa ancora più gradita: all'interno del romanzo non si parla solo di Cesare Lombroso e delle sue teorie sul criminale nato (in base a quali caratteristiche fisiche possiedi sei destinato ad essere un criminale oppure no) ma anche di Jung e dei suoi otto archetipi (secondo Jung, celebre nemesi di Freud, ogni personalità umana può essere inserita in uno degli otto archetipi fondamentali). Scopo del protagonista è quello di classificare i criminali secondo la loro personalità e non secondo le loro caratteristiche fisiche. 

Questi due sono gli elementi principali introdotti che hanno reso il thriller ancora più interessante. Non mancano sicuramente i colpi di scena, la tensione e la soluzione che lascia sempre a bocca aperta ma possiamo affermare che questi sono stati gli aspetti che ci hanno fatto innamorare del libro. Inoltre, a quanto pare, è il primo di una serie di indagini di Marco Lombroso. Non serve dire che leggeremo anche tutti gli altri se l'aspetto psicologico permane. 

giovedì 6 agosto 2020

L'ultima gru di carta Kerry Drewery


Buonasera Lettori, torniamo oggi con una nuova recensione, il libro di cui vi vogliamo parlare si chiama "L'ultima gru di carta" di Kerry Drewery, edito Rizzoli, che ringraziamo infinitamente per averci inviato la copia cartacea. 
Siamo in Giappone ed è il 2018, Mizuki è a casa con la madre e Ichiro, suo nonno, il quale sembra conservare da sempre dentro di sé un dolore mai raccontato, che alla morte della nonna, sembra essersi intensificato. I ricordi tristi e dolorosi di Ichiro non hanno mai visto la luce, sono sempre stati taciuti, ma quella mattina qualcosa è diverso, Mizuki scoprirà una parte della vita del nonno che mai si sarebbe immaginata.
Siamo ad Hiroshima ed è il 6 Agosto 1945, Ichiro sta per compiere 18 anni ed è a casa del suo migliore amico Hiro, stringe tra le mani il libro che suo padre gli ha regalato prima di partire dalla guerra, ancora non ha iniziato a leggerlo ma ha promesso di farlo prima del ritorno del padre. È una giornata come tutte le altre.
Bastano pochi secondi e la vita di questi due amici viene completamente stravolta, una luce bianca e un gigantesco boato hanno cancellato tutto quello che li circonda, niente più case, niente più strade, niente più vestiti, niente più scuola... La scuola, quella che frequenta Keiko, la sorellina di Hiro appena 5 anni, devono trovarla e portarla assolutamente in salvo, ma non è così semplice, Ichiro se lo ricorderà per tutta la vita.

Come può un libro così scorrevole essere tanto difficile da metabolizzare? Ogni singola parola scivolava dai miei occhi al mio stomaco come un mattone. Quante Keiko, quanti Hiro e quanti Ichiro ci saranno stati quel maledetto 6 agosto a Hiroshima?Quante bambine non hanno più cantato da quel giorno? Quante vite sono state rovinate? E quante si sono fermate? Tante, troppe, troppe per ogni possibile umana sopportazione.
Non ho mai voluto intraprendere letture di questo tipo, non è menefreghismo il mio o mancanza di empatia, piuttosto un eccesso di essa, leggere queste storie mi fa male, fisicamente male, mi vengono i crampi allo stomaco e gli occhi mi bruciano per le continue lacrime versate. 
Ma leggere queste storie è  doveroso, è doveroso ricordare l'orrore umano, bisogna inciderselo nella memoria, quello che è stato deve essere un monito, affinché mai più possa esserci tragedia tanto grande.
La Storia per nostra rovina non è mai stata una brava insegnante, ma non per questo noi dobbiamo smettere di ricordare, lo dobbiamo alle vittime e a noi stessi, ci servirà. 
L'ultima gru di carta, non parla solo di questo, non è solo dolore, l'ultima gru di carta è coraggio, è forza d'animo, è altruismo, è una promessa fatta a cuore aperto, è speranza che anche se debole non si è mai spenta, è amore. 
L'ultima gru di carta racconta di quanto bene si possa trovare dentro alla disperazione, di come la forza di una piccola Gru di carta possa vincere una bomba atomica. 

Ricordate e leggetelo, lo dovete a voi stessi. 

La variante di Luneburg di Paolo Maurensig

Buonasera cari Lettori! Oggi vi portiamo la recensione di uno degli ultimi acquisti fatti d'impulso grazie agli sconti Adelphi! Si tratta di un libro che abbiamo visto per lungo tempo su altre pagine Instagram ma su cui non ci eravamo mai soffermate, grave errore. 
Vi lasciamo la trama: 
"Un colpo di pistola chiude al vita di un ricco imprenditore tedesco, E' un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L'esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera."

Come si intuisce dalla trama, il romanzo parte dalla narrazione dell'uccisione di Dieter Frisch, imprenditore abitudinario e per questo facile soggetto, descritta da un narratore che sembra già conoscere l'intera storia. Il suo corpo viene ritrovato alla fine del labirinto nel giardino della sua tenuta, più precisamente sopra un mosaico a forma di scacchiera con le piante potate a formare le pedine. A tutti sembra un omicidio ma il nostro caro Narratore ci fa notare che se gli agenti di polizia si fossero fermati a considerare la posizione dei pezzi della partita in atto sulla scacchiera sarebbero arrivati al nome dell'uccisore perché solo una persona al mondo potrebbe azzardare a giocare la variante di Luneburg. 
Comincia da qui una serie di racconti a ritroso: dall'ultima sera di Frisch in cui incontra un ragazzo sul treno che comincia a raccontargli la sua storia e quella del suo maestro di scacchi prima di lui. Una matrioska di storie insomma! Tutte inevitabilmente collegate agli scacchi. 
Siamo rimaste di stucco dopo aver letto le ultime pagine anche se qualcosa sospettavamo. E' stato comunque un crescendo di emozioni, di tensione e lettura spasmodica per scoprire attore e motivo dell'uccisione dei Dieter Frisch. 
Assolutamente consigliato! Approfittate degli sconti 😀