giovedì 6 agosto 2020

L'ultima gru di carta Kerry Drewery


Buonasera Lettori, torniamo oggi con una nuova recensione, il libro di cui vi vogliamo parlare si chiama "L'ultima gru di carta" di Kerry Drewery, edito Rizzoli, che ringraziamo infinitamente per averci inviato la copia cartacea. 
Siamo in Giappone ed è il 2018, Mizuki è a casa con la madre e Ichiro, suo nonno, il quale sembra conservare da sempre dentro di sé un dolore mai raccontato, che alla morte della nonna, sembra essersi intensificato. I ricordi tristi e dolorosi di Ichiro non hanno mai visto la luce, sono sempre stati taciuti, ma quella mattina qualcosa è diverso, Mizuki scoprirà una parte della vita del nonno che mai si sarebbe immaginata.
Siamo ad Hiroshima ed è il 6 Agosto 1945, Ichiro sta per compiere 18 anni ed è a casa del suo migliore amico Hiro, stringe tra le mani il libro che suo padre gli ha regalato prima di partire dalla guerra, ancora non ha iniziato a leggerlo ma ha promesso di farlo prima del ritorno del padre. È una giornata come tutte le altre.
Bastano pochi secondi e la vita di questi due amici viene completamente stravolta, una luce bianca e un gigantesco boato hanno cancellato tutto quello che li circonda, niente più case, niente più strade, niente più vestiti, niente più scuola... La scuola, quella che frequenta Keiko, la sorellina di Hiro appena 5 anni, devono trovarla e portarla assolutamente in salvo, ma non è così semplice, Ichiro se lo ricorderà per tutta la vita.

Come può un libro così scorrevole essere tanto difficile da metabolizzare? Ogni singola parola scivolava dai miei occhi al mio stomaco come un mattone. Quante Keiko, quanti Hiro e quanti Ichiro ci saranno stati quel maledetto 6 agosto a Hiroshima?Quante bambine non hanno più cantato da quel giorno? Quante vite sono state rovinate? E quante si sono fermate? Tante, troppe, troppe per ogni possibile umana sopportazione.
Non ho mai voluto intraprendere letture di questo tipo, non è menefreghismo il mio o mancanza di empatia, piuttosto un eccesso di essa, leggere queste storie mi fa male, fisicamente male, mi vengono i crampi allo stomaco e gli occhi mi bruciano per le continue lacrime versate. 
Ma leggere queste storie è  doveroso, è doveroso ricordare l'orrore umano, bisogna inciderselo nella memoria, quello che è stato deve essere un monito, affinché mai più possa esserci tragedia tanto grande.
La Storia per nostra rovina non è mai stata una brava insegnante, ma non per questo noi dobbiamo smettere di ricordare, lo dobbiamo alle vittime e a noi stessi, ci servirà. 
L'ultima gru di carta, non parla solo di questo, non è solo dolore, l'ultima gru di carta è coraggio, è forza d'animo, è altruismo, è una promessa fatta a cuore aperto, è speranza che anche se debole non si è mai spenta, è amore. 
L'ultima gru di carta racconta di quanto bene si possa trovare dentro alla disperazione, di come la forza di una piccola Gru di carta possa vincere una bomba atomica. 

Ricordate e leggetelo, lo dovete a voi stessi. 

1 commento:

  1. Non c’è molto da aggiungere , anche per me non è facile trattare determinate tematiche. Ma è inevitabile, ognuno lo deve a se stesso. Come dite voi. Un abbraccio Barbara

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