mercoledì 24 novembre 2021

Innamorarsi di Sophie Borrows


Ciao Lettori, avete mai "letto" un silent-book? Sapete cosa sono?
I silent books sono dei libri in cui non sono presenti le parole, l'unico mezzo di comunicazione sono le immagini.
È come avere un film muto tra le mani.
Innamorarsi è stato il primo silent book di Chiara, e dire che se ne è innamorata è dire poco.

Il mondo è un posto frenetico, tutti corrono travolti dagli eventi della propria vita, ma c'è chi fatica ad adattarsi a questa frenesia. Ci sono persone che si sentono sopraffare dal caos che le circonda e che faticano a trovate il loro posto tranquillo nel mondo. Questo caos spesso impedisce alle persone di avvicinarsi tra di loro, di creare rapporti umani autentici. Ciò che però riesce a sfuggire a questa frenesia sono gli sguardi, e quando gli sguardi di due persone giuste si incocrociano allora scatta una scintilla che accende la magia.

Leggere innamorarsi è una esperienza dolce ed intensa, ogni emozione è perfettamente veicolata dalle immagini, tanto che ogni parola sarebbe stata superflua. Ogni tavola è curata nei minimi dettagli, accompagnando il lettore lungo questo splendido filo rosso di innamoramento.

Ringraziamo la casa editrice Rizzoli per la copia del libro. 

mercoledì 10 novembre 2021

Rutka. La bambina segreta di Joanna Fabrika

Buongiorno cari Lettori! Oggi vi parliamo della storia di Rutka, romanzo dalle note nostalgiche gentilmente inviatoci da Rizzoli.

"Nel cortile di via Rybna 13, a Lodz, Zosia si annoia a morte. Ma quando la bizzarra zia Roza entra nella vita, e veloce si installa nel suo cuore, il mondo intorno a lei si trasforma. I muri degli edifici non sembrano più così scrostati, il salice al centro del cortile non è più tanto ricurvo e, tra i rami, fa capolino una treccia rossa sconosciuta. È Rutka, una vicina che Zosia non sapeva di avere. Con lei si accendono magia, follie e avventure surreali, e l'immaginazione spazia senza limiti. Ma, mentre corrono mano nella mano per la città, una musica triste scorre sotto i loro piedi e un racconto muto si svolge sotto il nostro sguardo: i muri, le ombre, le immagini misteriose evocano le storie di dolore degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. C'è il Signore Bianco che ingoia farfalle, e c'è la stazione di Radegast, da dove partono vagoni carichi di persone dirette al pianeta di Diamante. Un mondo che emerge dai ricordi di chi è sopravvissuto ma che non riesce a prendere il sopravvento. A prevalere, in questa emozionante storia di amicizia e di scoperta, dove passato e presente danzano insieme, sono il desiderio di vivere le infinite possibilità di quel tesoro che è l'infanzia."


Rutka non è stata una lettura facile. Inizialmente il libro non è stato di grande impatto, la storia non ci ha coinvolto e abbiamo avuto difficoltà ad arrivare a fine lettura. La relazione che legava i personaggi è stata da subito chiara, belle le ambientazioni e le avventure ma a volte troppo surreali. Dopo aver finito la lettura, però, non riuscivamo a toglierci Rutka dalla testa. Ci siamo trovate a pensare oltre le avventure improbabili, il pollo senza testa e la zia Roza che sembrava sapere già tutto. Il nostro sguardo è volato a quella che sarebbe potuta essere una bambina vissuta realmente, scampata per miracolo alle deportazioni quando il resto della sua famiglia non ce l'ha fatta. Una bambina che non sa dare una spiegazione agli eventi e che quindi si crea delle spiegazioni fantasiose come il pianeta di Diamante da cui i genitori e il fratellino prima o poi torneranno perché hanno dimenticato a casa la valigia. Non si può andare in vacanza senza la valigia giusto?

Al pari di tutti gli altri libri che vedono la società e della guerra con gli occhi di un bambino, Rutka porta la nostra parte più emotiva a riflettere su quanto accaduto con una forza maggiore e più profonda per non dimenticare mai quello che è successo. 

sabato 6 novembre 2021

Brutta di Giulia Blasi


Ciao Lettori, finalmente si torna sul blog. 
Si torna sul blog per parlavi di una lettura che ci ha richiesto molto tempo per essere digerita. 
Brutta è il nuovo saggio di Giulia Blasi, il cui acume ci aveva già convinto con rivoluzione Z. 
Brutta parla di corpi, di corpi di Donne, perché come dice l'autrice, se sei una donna non potrai mai dimenticare di avercelo un corpo. 
Grasse, magre, altre, basse, bionde, more, toniche, muscolose o morbide, noi donne dobbiamo sempre fare i conti con una società che ci giudica e ci colpevolizza per il nostro aspetto esteriore. 

Il saggio di Giulia Blasi è profondo e personale, ripercorre la sua vita passando le proprie esperienze dalla fitta maglia del colino del giudizio sociale. Ogni sentimento legato al suo corpo è profondamente ancorato in dinamiche culturali e societarie.

Sfido a trovare una donna che non si sia mai sentita brutta almeno una volta nell'arco della sua vita. Ma ci saremmo sentite davvero così brutte se non avessimo dovuto confrontarci giornalmente con qualcuno che ci teneva tanto a farci sentire così? La risposta penso sia semplice.

Io sono Chiara e ho 25 anni, ho un bel rapporto con il mio corpo e con la mia immagine, ma non è sempre stato così. Il problema con il mio corpo è sempre stato il movimento. Del mio corpo non mi è mai piaciuto come questo si muoveva. 
Sono nata il 1 Giugno 1996, ma ci è voluto un anno per capire cosa mi fosse successo alla nascita. 
PCI. 
Paralisi Cerebrale infantile da sofferenza da parto, nel mio caso Emiparesi sinistra. La parte sinistra del mio corpo non ha la stessa mobilità della parte destra.
Da piccola zoppicavo, non che adesso non succeda più, ma dopo 18 anni di fisioterapia è molto meno evidentemente. Vi lascio immaginare la simpatia dei miei compagni di scuola quando mi vedevano camminare. Può una camminata imbruttirti? Si, nonostante il movimento non abbia nulle a che fare con l'immagine, io mi sentivo brutta. Ero la più brutta, per tutti, e quindi non ho pututo far altro che crederci. 

Mi ci sono voluti 20 anni per accettare questa parte di me, e ancora oggi, a volte, la voce non è sempre ferma quando ne parlo. Un giorno però ho smesso di preoccuparmi di cosa la gente pensasse del mio corpo in movimento. A chi mi chiede perché zoppico (spesso con una sensibilità si un elefante) racconto la mia storia senza più preoccuparmi del suo giudizio, senza più dare spazio al suo giudizio.
Mi sono sentita bella quando mi sono liberata dello sguardo degli altri. 

Leggete Brutta, difficilmente non parlerà di voi.

Ringraziamo la casa editrice Rizzoli per averci inviato una copia del libro.