sabato 6 novembre 2021

Brutta di Giulia Blasi


Ciao Lettori, finalmente si torna sul blog. 
Si torna sul blog per parlavi di una lettura che ci ha richiesto molto tempo per essere digerita. 
Brutta è il nuovo saggio di Giulia Blasi, il cui acume ci aveva già convinto con rivoluzione Z. 
Brutta parla di corpi, di corpi di Donne, perché come dice l'autrice, se sei una donna non potrai mai dimenticare di avercelo un corpo. 
Grasse, magre, altre, basse, bionde, more, toniche, muscolose o morbide, noi donne dobbiamo sempre fare i conti con una società che ci giudica e ci colpevolizza per il nostro aspetto esteriore. 

Il saggio di Giulia Blasi è profondo e personale, ripercorre la sua vita passando le proprie esperienze dalla fitta maglia del colino del giudizio sociale. Ogni sentimento legato al suo corpo è profondamente ancorato in dinamiche culturali e societarie.

Sfido a trovare una donna che non si sia mai sentita brutta almeno una volta nell'arco della sua vita. Ma ci saremmo sentite davvero così brutte se non avessimo dovuto confrontarci giornalmente con qualcuno che ci teneva tanto a farci sentire così? La risposta penso sia semplice.

Io sono Chiara e ho 25 anni, ho un bel rapporto con il mio corpo e con la mia immagine, ma non è sempre stato così. Il problema con il mio corpo è sempre stato il movimento. Del mio corpo non mi è mai piaciuto come questo si muoveva. 
Sono nata il 1 Giugno 1996, ma ci è voluto un anno per capire cosa mi fosse successo alla nascita. 
PCI. 
Paralisi Cerebrale infantile da sofferenza da parto, nel mio caso Emiparesi sinistra. La parte sinistra del mio corpo non ha la stessa mobilità della parte destra.
Da piccola zoppicavo, non che adesso non succeda più, ma dopo 18 anni di fisioterapia è molto meno evidentemente. Vi lascio immaginare la simpatia dei miei compagni di scuola quando mi vedevano camminare. Può una camminata imbruttirti? Si, nonostante il movimento non abbia nulle a che fare con l'immagine, io mi sentivo brutta. Ero la più brutta, per tutti, e quindi non ho pututo far altro che crederci. 

Mi ci sono voluti 20 anni per accettare questa parte di me, e ancora oggi, a volte, la voce non è sempre ferma quando ne parlo. Un giorno però ho smesso di preoccuparmi di cosa la gente pensasse del mio corpo in movimento. A chi mi chiede perché zoppico (spesso con una sensibilità si un elefante) racconto la mia storia senza più preoccuparmi del suo giudizio, senza più dare spazio al suo giudizio.
Mi sono sentita bella quando mi sono liberata dello sguardo degli altri. 

Leggete Brutta, difficilmente non parlerà di voi.

Ringraziamo la casa editrice Rizzoli per averci inviato una copia del libro. 

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