Molto bene, cominciamo. Avevamo lasciato la nostra audace
protagonista con una verità piuttosto scomoda: il mezzosangue che il gran figo
del libro cercava non era il professor Piton ma lei. Ovviamente. Dubbi atroci
la sconvolgono fino a quando decide di rivelarlo a Ren perché lei lo aamah e
deve dirgli la verità. Lui, super addestrato e parte dell’elite (assassini di fae super cazzuti), abbassa la
guardia per la prima volta nella sua vita e viene catturato dal cattivo della
situazione. Eccerrto. Vi ricordiamo che il Cattivo vuole “inseminare” la nostra
eroina per generare il bambino dell’apocalisse. Questo povero pargolo, a quanto
pare, sarebbe un paradosso vivente e per un motivo a noi sconosciuto un
paradosso è in grado di aprire i portali tra i mondi per far riversare tutta la
corte del principe crudele sulla terra e sterminarci. Da qui parte una serie di
salvataggi a catena: lei giura su dei cuccioli di lama (poi cara Jennifer ci spieghi perchè i cuccioli di lama...) di
ritrovarlo, si fa catturare, trova finalmente Ren nel castello del principe e
lo rende libero promettendo al Cattivo l’accesso al suo centro del piacere. Ren,
una volta tornato a casa, organizza una squadra di soccorso e torna per mettere
a ferro e fuoco il palazzo. Scoprono che esistono dei fae buoni che li aiutano;
scoprono che le reali dimensioni di Campanellino, il follettino, sono “anatomicamente
giuste” (per l’Armentrout la giustizia anatomica è essere delle pertiche di due
metri senza grasso…shame on us e sui nostri rotolini di ciccia da biscotti al
cioccolato); scoprono che c’è una corte di fae buoni e si nascondono lì.
Fine del primo libro.
Tutti happy shalalala della vita nella corte dei fae buoni,
cominciano ad annoiarsi e comunque il principe crudele è ancora in giro e vuoi
non andare a cercarlo per ucciderlo definitivamente? Con l’aiuto del principe
buono e della sua corte, partono. Lo trovano. Battaglia.
Piccolo flashback: vi ricordate di Campanellino? Il folletto
che fungeva da animale domestico, anatomicamente giusto, con la fissa per i Troll
pupazzo e un abbonamento ad Amazon Prime? Bene. Ci siamo sempre chieste cosa ci
facesse con tutti quei pupazzi e il momento della verità giunge nei capitoli
finali. Capitoli in cui noi. Siamo. Letteralmente. Morte.
Immaginate una stanza a ferro e fuoco, tutti sul punto di collassare,
il principe crudele ha quasi vinto ed entra dalla porta un trolley che scivola
leggiadro fino al centro della camera. Silenzio di suspance. Con un click la
valigia si apre e tutti i Troll si riversano fuori. Vivi, cannibali e comandati
da Campanellino che giocava a Frankenstein nella sua cameretta all’insaputa di
tutti. Quindi, i temibili guerrieri che nessuno sapeva come battere, vengono
morsicati a sangue da dei troll comandati da un folletto. Campanellino vincitore
indiscusso.
Comunque, alla fine si scopre che il principe crudele in
realtà è il fratello scomparso del principe buono e che era sotto l’incantesimo della
regina cattiva. Lei lo usava come un burattino, lui non poteva opporsi ma si ricorda tutto. Lo chiameremo il principe tormentato. Nessuno ha più interesse ad ingravidare nessuno.
Fine del secondo libro.
La morale di tutto questo? Fatevi Amazon Prime, ordinate un
libro di magia nera e uno sulla sterilizzazione chirurgica (avreste risolto
tutto al primo capitolo).
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