sabato 11 gennaio 2020

Tre tazze di tè di Greg Mortenson


Buonasera cari Lettori!
Per la nostra rubrica "la fama non è tutto", oggi vi presentiamo la figura di Greg Mortenson e i due libri che parlano della sua impresa.
Tutto è cominciato quando il signore sopracitato si perde durante il viaggio di ritorno da una spedizione sul K2. Dopo due giorni a vagabondare per il ghiacciaio del Baltoro imbocca l'ennesimo sentiero sbagliato e si ritrova in uno sperduto villaggio, Khorpe. Accolto calorosamente dagli abitanti, viene ospitato nella casa del capo villaggio e ne diventa amico. Dopo qualche settimana cominciano a sentirsi i primi segnali dell'arrivo dell'inverno e Mortenson si è ristabilito abbastanza sa riuscire a tornare in America quando vede i primi fiocchi di neve cadere su un gruppo di bambini seduti per terra. Stanno imparando a scrivere sulla sabbia con un bastoncino. Commosso da questa scena si ripromette di tornare e di costruire una scuola per i bambini di quel villaggio che è stato così ospitale nei suoi confronti.
In "Tre tazze di té" si narra la storia avventurosa di questo personaggio che ha donato tutto se stesso, superando chi vedeva nel suo progetto una minaccia perché avrebbe istruito futuri terroristi. Partendo da quella promessa, Mortenson di scuole ha finito per costruirne cinquantacinque tra Pakistan e Afghanistan per oltre trentamila bambini e bambine.
In "La bambina che scriveva sulla sabbia" vengono raccolte le storie di questi bambini ormai cresciuti e padroni del loro futuro.
Viene raccontata la storia di Jahan che ha deciso di non sposarsi se non dopo essere diventata una deputata del parlamento del Pakistan o di Aziza, che è riuscita a diventare ostetrica.
Oggi più che mai questa storia dimostra che la guerra alla violenza e al terrore non si combatte con le bombe ma con le parole e con la partecipazione.
Vi riportiamo una citazione che ha particolarmente colpite:
"Mi piacerebbe che gli occidentali che non comprendono i musulmani avessero potuto vedere Syed Abbas in azione quel giorno. Avrebbero capito che la maggior parte di coloro che praticano i veri insegnamenti dell'Islam, anche Mullah conservatori come Syed, credono nella pace e nella giustizia, non nel terrore. Come la Torah e la Bibbia insegnano a occuparsi di coloro che soffrono, così il Corano indica come priorità il prendersi cura di vedove, orfani e profughi".

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