giovedì 23 gennaio 2020

Grass Kings di Matt Kindt e Tyler Jenkins


Buonasera cari Lettori!
Abbiamo finalmente deciso di uscire dalla nostra comfort zone e di immergerci nel mondo dei fumetti. Dobbiamo ammettere che non siamo mai state particolarmente attratte dai fumetti, con alcune eccezioni molto caratteristiche come la saga di Hilda.
La nostra scelta è ricaduta sulla trilogia di Grass Kings, opera edita di Oscar Mondadori che ha suscitato molto clamore.
Come al solito noi facciamo le voci fuori dal coro e non la consideriamo l'opera da 10++++++ che tutti hanno decantato. Un 8 però se lo merita tutto, specialmente per la grafica.
La storia è incentrata sulle vite di due comunità: quella di Cargill e quella del Regno della Prateria. Quest'ultimo è un luogo libero, dove la gente con qualche scheletro nell'armadio va a vivere per scappare dalla legge, per non essere giudicata o processata. E' situata sulle rive di un lago che di segreti, e corpi, ne nasconde parecchi. I suoi abitanti sono solidali tra di loro e, soprattutto, si proteggono a vicenda senza andare a immischiarsi sulle ragioni che li hanno portati a trasferirsi lì. Insomma, una comunità dove la gente vive in pace e vuole ricominciare.
La loro principale spina nel fianco è lo sceriffo di Cargill che, in un modo o nell'altro, vuole sbarazzarsi di loro. La situazione precipita quando la moglie dello sceriffo scappa dagli abusi del marito e trova rifugio nel Regno della Prateria. Stanca per essere stata complice per tanti anni, comincia a raccontare i segreti dello sceriffo e del caso dell'assassino fantasma, evanescente serial killer a piede libero che negli anni ha commesso svariati omicidi. Gli abitanti del regno cominciano così ad indagare sulla faccenda che, sotto alcuni aspetti, li riguarda personalmente e non solo perché offre loro la possibilità di sbarazzarsi una volta per tutte dello sceriffo.
Ad una prima lettura abbiamo avuto l'impressione che gli abitanti de "La casa nella prateria" si fossero tramutati improvvisamente in gangster 😂 poi, quando sono cominciati gli indizi che ci hanno fatto annusare aria di mistero, la storia ha cominciato a coinvolgerci in un crescendo di suspance. L'unico elemento che stona è il finale, elemento non poco direte voi. Non fraintendeteci, il finale è una genialata e ha quell'elemento macabro/malato che attira sempre un po' il nostro lato da psicologhe pazze ma sembra essere staccato dal resto della storia.
Non c'è il classico accumulo di indizi, il cervello che fuma per riuscire a collegarli (anche il vostro se, come noi, cercate di capire la soluzione prima che la sveli il libro) e la soluzione finale. Stanno cercando delle informazioni in giro per la città, trovano un quadernetto e bum, il nome dell'assassino è scritto lì. Troppo semplice e riduttivo, cose se avessero voluto concludere la storia.
A parte questo stacco, il libro merita di essere letto!



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