domenica 19 gennaio 2020

L'odore del ghiaccio che brucia di Francesca Montali


Buongiorno cari Lettori! oggi vi portiamo la recensione di un libro edito bookabook. Avevamo già letto due libri di questa casa editrice, Viola di notte e l'apprendista bardo, rimanendone entusiaste. Diciamo quindi che le nostre aspettative erano alte, anche grazie alla trama che prometteva saghe e racconti del popolo nascosto ambientati in Islanda. Ci siamo invece ritrovate una storia d'amore, neanche troppo coinvolgente.
Magari abbiamo male interpretato noi la trama del libro eh. La riportiamo così potete farvene un'idea.

Le balene in difficoltà sanno richiamarsi per migliaia di chilometri, utilizzando i canyon dei fondali oceanici come enormi casse di risonanza. Per le balene è vitale tenersi in contatto costante, sincronizzando le immersioni grazie all'udito. Una simile ancestrale sincronia deve aver riportato Ynja al piccolo negozio di usato e antiquariato di Frida (non è proprio scritto così ma il mio povero vecchio computer non ha i tasti per riportare delle particolari lettere islandesi) a Reykjavik. Il lavoro al negozio diventa per Ynja un posto sicuro, dove prendersi cura delle cose già appartenute per ridare loro nuova vita. Sarà proprio qui, nell'anno della Kreppa (la bancarotta islandese del 2008, in cui l'Islanda conoscerà la grande crisi, che Ynja inizierà a comprendere il significato della parola appartenere e così, suo malgrado, a credere: agli antichi proverbi, alla seghe e al popolo nascosto, ai valori come unico e autentico potere di un popolo. Forse inizierà anche a credere all'amore e così a sperare di poter iniziare a raccontare anche per se stessa un'altra storia.

Bene. Gasatissime da questa trama ci aspettavamo uno spaccato di quella che è la vita islandese grazie ad aneddoti riguardanti gli oggetti usati che hanno trovato casa nel negozio. Le storie del popolo nascosto raccontate tra amici o delle tradizioni. Abbiamo anche pensato a una possibile storia d'amore ma nel nostro immaginario era un rumore di sottofondo, date le due righette nella trama.
Insomma, avete capito.
Passiamo ora alla storia presentata. Definendo la protagonista un anemone rischieremmo di offendere l'intero mondo vegetale e quindi optiamo per un insipida. Non ha idee proprie o uno scopo nella vita, prende gli eventi così come vengono. Certo può essere adottata come una filosofia di vita (filosofia che ci vede un pochino storcere il naso) ma qui è veramente portata all'esasperazione. Fulcro principale del libro è la conoscenza di Giulio, un italiano con la passione per i viaggi e un blog. A questo comincia il più epico e insensato tira e molla della storia: quando lui è in Islanda lei passa il tempo a maltrattarlo o ignorarlo e poi si offende perché lui, una volta finita la vacanza, prende l'aereo e non rimane in Islanda. Ma seriamente?
Un piccolo esempio: lei si offre da fargli da guida turistica anche perché vuole passare la giornata lontana da Frida con cui ha litigato. Lui la convince a chiederle scusa, la porta a casa e la aspetta in macchina per poi proseguire il giro. Lei si scusa, fanno pace, cenano e alla fine lei, mentre si mette il pigiama per andare a dormire, guarda fuori dalla finestra, vede la macchina e si ricorda di quel poveraccio che ha passato ore in macchina in pieno inverno. Siamo abbastanza sicure che faccia piuttosto freddo in Islanda durante l'inverno.
Questo è solo uno dei tanti episodi da intelligenza, cognitiva ed emotiva, borderline.
Ora spoilereremo il finale quindi se avete intenzione di leggerlo saltate questo pezzo. Negli ultimi capitoli si scopre che lei è originaria dell'Italia e che è scappata in Islanda diversi anni prima. Non si sa bene per quale motivo lei non voleva rivelarlo a Giulio. Ovviamente lui lo scopre, la lascia e lei continua a vivere la sua vita in Islanda. Quindi dopo oltre 300 pagine di occhi la cielo anche un finale non-sense. Bho.
Ad intervallare le avventure di Ynja e Giulio ci sono effettivamente dei riferimenti alla cultura islandese, alle tradizioni e al popolo nascosto ma sono veramente pochi.

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