mercoledì 20 gennaio 2021

Blue room hotel di Roberto Monti

Buongiorno cari Lettori! Oggi vi portiamo la recensione di un libro gentilmente inviatoci da Horti di Giano e in arretrato fin da troppo tempo. Dobbiamo ammetterlo, non lo trovavamo più e l'abbiamo cercato impanicate per oltre un mese. Tra teorie mentali e complotti alla fine questo libricino sottilissimo era nascosto tra due volumi dalle dimensioni molto più notevoli. I colpevoli in questione sono Anna Karenina e il priorato dell'albero delle arance; non chiedeteci come sia finito lì (per ora i sospetti ricadono su Fratello che si diverte ad invertire l'ordine dei libri). 

Ad ogni modo, smettiamo di ciarlare e vi lasciamo la trama: 
"Il sindaco di Tap Town, Jasmine Brune, con un emendamento speciale, proibisce l'utilizzo di carta ed inchiostro a favore della pubblicazione digitale, unico mezzo legalizzato. Come per ogni cosa, nell'oscurità vi è sempre chi, in modo clandestino, continua a scrivere sulla carta, sempre più difficile da reperire. Fra questi, Billy Ray è il più astuto e irraggiungibile di tutti. Per debellare definitivamente gli scrittori di cartacei, il copo della polizia, Philipe Gore, organizza rallestramenti ovunque per sequestrare tutti i libri cartacei presenti in città riuscendo a impedire anche l'importanzione dai centri abitati limitrofi. Oltre all'azione della polizia, diversi scrittori di cartacei vengono trovati uccisi e qualcosa li lega al più famoso albergo della città, il Blue Room Hotel, dove il mistero si cela dietro la stanza 14. Quando anche la morte di Billy Ray sopraggiunge, conseguenze oscure per il destino dei libri e della carta prendono a materializzarsi. Un noir che sfocia nel giallo, dal ritmo coinvolgente e dalle atmosfere cupe, dove i bassifondi la fanno da padrone, dove solo chi è invisibile riesce a sopravvivere.

Storia dunque di complotti, di bustarelle, di monopolio politico e di favoreggiamenti dei più agiati. Vi suona familiare? All'interno di questo breve romanzo si trovano racchiuse moltissime tematiche che sembrano riprendere quelli che sono da sempre i principali argomenti di corruzione politica all'interno del nostro paese. Non sempre di comprensione immediata, questi parallelismi devono essere scovati all'interno del libro e forse qualcuno l'abbiamo visto solo nella nostra testa. Ma tant'è. Un giallo che si legge tutto d'un fiato ma che lascia con l'amaro in bocca per come si evolvono gli eventi. Il materiale è tanto e troppo concentrato, non è stato sviluppato. A sviluppare con calma tutti gli elementi inseriti dall'autore probabilmente ne sarebbe uscito anche un bel mattoncino di 300 pagine. In questo modo non è stato data al lettore la possibilità di ragionare sugli eventi, di ipotizzare teorie e conclusione e poi verificarle nel corso della lettura. Gli eventi si sono succeduti in modo rapido, gli indizi uno dietro l'altro hanno trovato una soluzione istantanea e anche la questione si è risolta in un lasso di tempo molto breve. Insomma, saremme rimaste a Tap Town volentieri per qualche altra ora per assaporare meglio questo mistero. Ad ogni modo lo consigliamo a chi ha poco tempo a disposizione e vuole immergersi in un giallo dai toni noir!

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