sabato 6 febbraio 2021

Us di Michele Cocchi


Buongiorno cari Lettori! Oggi vi portiamo la recensione di un libro letto qualche tempo fa ma dai forti risvolti psicologici. Cominciamo con il lasciarvi la trama per poi addentrarci nei partiolari e nella psicologia di questo intenso romanzo:

"Tommaso ha 16 anni e da 18 mesi non esce di casa, quasi non esce dalla sua stanza, è quello che gli psicologi chiamano hikikomori, letteralmente "chi si è ritirato, chi sta in disparte". Da un giorno all'altro, ha abbandonato il basket, la scuola, le sue passioni e ormai passa il tempo a guardare video di vecchie partite NBA e a giocare ai videogame. C'è un gioco in particolare intorno a cui organizza le sue giornate, è il suo unico appuntamento fisso. Si chiama Us, noi in inglese: il gioco forma squadre da tre giocatori e le impegna in 100 campagne in un anno, una al giorno, vince la squadra che le completa per prima restando unita. L'avatar di Tommaso si chiama Logan e la sua testa è un teschio, insieme a lui giocano Rin che è una ragazza e assomiglia a un manga giapponese e Hud che sembra uscito da un videogame sparatutto. I tre non si conoscono, non possono parlare di sè, lo dicono le regole, ma diventano amici. Us ogni giorno propone loro una missione "storica", ogni giorno li mette dalla parte delle vittime o dei carnefici, dalla parte delle Farc in Colombia, dei nazisti in Germania, di Mandela in Sudafrica, ogni giorno devono capire come arrivare alla fine avendo sotto gli occhi i massacri del '900. Ogni giorno avranno qualcuno da salvare e qualcuno da eliminare. La Storia però può essere feroce e comportarsi da eroi non sempre è possibile, ammesso che eroe sia chi esegue gli ordini." 

Forte della sue esperienza lavorativa, Michele Cocchi ha deciso di narrare una storia diversa dal solito per far luce su un fenomeno ancora semi sconosciuto ma in grande aumento. Il termine Hikikomori è stato coniato in Giappone negli anni '80 e spesso è associato a quello di "amae" che significa dolcezza o, meglio ancora, dolce dipendenza. La causa principale dello sviluppo degli hikikomori è stata riscontrata nella struttura della società giapponese in cui, al contrario di quello che passa dai principali media, i figli non vengono spinti da subito all'indipendenza ma fanno molto affidamento sulle madri. Questo legame troppo profondo rischia di non esaurirsi con la crescita del ragazzo, indebolendo così il figlio. Secondo studiosi come Saito Tamaki gli hikikomori subiscono durante l'infanzia forme di abuso riconducibile a un amae snaturato, che porta ad un eccessivo attaccamento materno (per un approfondimento vedere Lancini, Il ritiro sociale negli adolescenti). Questi adolescenti decidono quindi di disinvestire la scuola, le relazioni, la crescita e la speranza nel futuro. Non riescono a tollerare la vergogna di un possibile fallimento. La storia di Tommaso ci conferma quanto emerso da questi studi: una madre assillante che cerca di farlo uscire a tutti i costi perchè "aveva una vita così brillante prima", la continua paura di fallire e il crescente senso di stare perdendo tutto con il passare del tempo. I videogiochi sono spesso l'unica alternativa per gli hikikomori perchè nessuno li conosce, nessuno ha delle aspettattive nei loro confronti. A differenza di quello che accade nella realtà, nei videogiochi il mondo sociale di un ragazzo hikikomori è vasto e diversificato. Non sappiamo quanto spesso possa accadere che, attraverso un videogioco, un ragazzo hikikomori riesca ad uscire di casa e incontrare amici conosciuti online. Funziona però per Tommaso che, con i suoi tempi e spronato da un senso di affetto nei confronti di Rin e Hud, decide di tornare ad affrontare il mondo. Un romanzo assolutamente consigliato!

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